Un itinerario alla scoperta dell’affascinante Monte Etna, delle sue cantine e wine relais di charme, e della vicina Catania, soprannominata la Città Nera.
La cultura del vino ha accompagnato la storia della Sicilia dalla notte dei tempi, favorita dallo straordinario clima dell’isola, mettendo i primi semi “enologici” con i Greci, diffondendosi attraverso la rete di monasteri cristiani, per poi arrestarsi con la dominazione araba in quanto non permessa dal Corano.
Sarà con l’arrivo degli Aragonesi e quindi con i Borbone che la viticultura esploderà di nuovo nell’isola, dando vita alla prime cantine alla fine del ‘700, in particolare nella zona del Monte Etna.
Il Monte Etna, montagna sacra, vulcano attivo più alto d’Europa, è il paradiso degli enologi per il suo terroir unico ricco di minerali e la speciale “luce” del sole.
Seguiamo un itinerario partendo da Catania, soprannominata la Città Nera, in quanto costruita in pietra lavica, per poi arrivare sino all’Etna e salire, anche oltre i 1000 metri, per conoscere i suoi vitigni più eroici e i progetti di ospitalità dal fascino “etneo”.
Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 2013, l’Etna è da sempre protagonista di divinazioni e leggende, legate alla ninfa Aitna, personificazione del Vulcano che Zeus rese immortale, o a Ulisse che, proprio ai suoi piedi, incontrò Polifemo, solo per citarne alcune. Venerato dagli antichi come una manifestazione di Dio, il sacro monte ha plasmato l’aspetto e l’economia di tutto il territorio circostante.
A partire dal suo capoluogo, Catania, una delle 8 città del barocco siciliano UNESCO, estremamente affascinante con i suoi monumenti “neri” costruiti in pietra lavica che si stagliano contro il cielo blu. Il nostro itinerario parte, oppure si può chiudere, proprio da qui, ipotizzando l’arrivo al suo aeroporto o tramite l’autostrada.
Tra una visita al Colosseo Nero e allo splendido Palazzo Biscari, gioiello barocco che custodisce la scala più bella del mondo, si può dormire nel 5 stelle Palazzo San Giorgio, se si ha voglia di cedere al fascino di un grand hotel, o nella dimora barocca Dimora Paternò del Grado dell’architetto Perla Fiamingo, per vivere il fascino di un’antica residenza privata.
A Catania, si trova anche uno degli indirizzi gastronomici più celebri della Sicilia, Me Cumpari Turiddu, un ristorante e putìa della tradizione, come recita l’insegna, con l’atmosfera della romantica Little Italy anni ’20 di C’era una volta in America, tra banchi colmi di specialità artigianali, merletti e lucine.
A poca distanza a piedi, per l’aperitivo o per acquistare qualche souvenir “liquido”, si può fare una sosta in una delle migliori enoteche della città, come Enò – Etna Winehouse o Nelson Sicily.
Da Catania, in macchina, si parte, quindi alla volta dell’Etna, facendo una prima sosta a Belpasso, magari per pranzo, da Nèroli Bio Relais, a soli 10 minuti dal centro della città, un resort ricavato da un antico monastero circondato da aranceti e uliveti a perdita d’occhio, dove assaporare tutta l’autenticità di una terra che regala prodotti straordinari da degustare nel ristorante farm-to-table del relais, ovviamente con una meravigliosa vista sull’Etna.
Qui Domenico (Mimmo) Salanitri, chef del ristorante del resort, utilizza i prodotti a km0 che provengono da Dispensa Giarretta, azienda agricola e cantina gestita, così come il relais, da Patrizia Massimino e Ivan Pinieri che, dopo essersi innamorati di questa zona, hanno deciso di acquistare e avviare il restauro conservativo dell’antico sito religioso risalente al XVIII secolo.
Da lì, si può proseguire per circa 20 minuti e raggiungere Palmento San Nicolò, situato a Trecastagni all’interno di un antico podere sul Monte Etna, un relais con piscina e vista panoramica sui vigneti dell’Azienda Agricola Biondi, rinomata cantina in cui nascono vini straordinari.
Adagiato su una pittoresca strada di campagna nel cuore di un vigneto piantato sul Monte San Nicolò, un cono vulcanico risalente a circa 14.000 anni fa, il relais, unico del suo genere nella zona, si trova all’interno di un antico palmento, luogo di lavoro dove un tempo si pigiava l’uva, risalente al 1902.
Azienda vitivinicola fondata alla fine del XIX secolo, è oggi Ciro Biondi, nipote di Cirino Biondi che già nei primi del ‘900 con il fratello Salvatore aveva vinto premi importanti per i suoi vini, inclusi anche nel ‘Grande Libro d’oro’ dei produttori per nomina di Re Vittorio Emanuele III, a gestirla dopo aver deciso di “mettere in pausa” la sua carriera di architetto per dedicarsi insieme alla moglie Stephanie alla cantina di famiglia.
Anche se il primo amore di Ciro sono i vini, la bellezza del panorama che si gode dal Monte San Nicolò lo ha spinto a indossare di nuovo i panni di architetto per progettare, proprio tra questi vigneti, una dimora dei sogni per consentire ai suoi ospiti di viverne tutta la magia. Palmento San Nicolò, dove consigliamo di alloggiare, è, infatti, uno dei più bei “salotti” di degustazione della Sicilia, dove assaggiare il vino San Nicolò Etna DOC Rosso a base di uve Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio qui coltivate.
Continuando a salire, la tappa successiva è l’azienda Benanti, fondata dall’omonima famiglia il cui arrivo in Sicilia risale al 1734, anno in cui nasce il ramo siciliano della famiglia dopo che un discendente vi fu inviato da Bologna per volere di Vittorio Amedeo d’Aosta.
Già a fine ‘800 a Viagrande, sul versante sud-est del vulcano, i Benanti iniziano a dedicarsi amatorialmente alla produzione viticola, ma sarà nel 1988 che, grazie alla fervida passione di Giuseppe Benanti, nasce la prima azienda di famiglia, oggi gestita dai figli Antonio e Salvino.
Nel corso degli anni, Benanti diviene pioniere della vinificazione nel territorio dell’Etna, focalizzando la sua produzione su vitigni autoctoni e, unica realtà etnea a poter vantare la propria presenza su ogni versante della DOC, selezionando le migliori uve da ognuno di esso per ogni tipologia di vino.
La “Selezione Contrade” è testimonianza diretta di questo impegno: attraverso le sue etichette l’azienda esalta le caratteristiche uniche di ogni versante di produzione e specifica contrada. Da vigne che variano dai 400 ai 1050 metri s.l.m., i vitigni autoctoni come il Carricante, il Nerello Mascalese e il Nerello Cappuccio trovano espressione in vini che sono veri e propri sorsi di territorio.
Una selezione che può essere degustata presso la tenuta ottocentesca ai piedi del Monte Serra a Viagrande toccando prima con mano le viti centenarie, per poi comprendere, nel vecchio palmento, le usanze e tecniche di vinificazione, sino alla visita della cantina storica – oggi trasformata in una meravigliosa quadreria che ospita la collezione di dipinti in olio su tela di famiglia – e della bottaia, il luogo dove si affinano i vini rossi.
Proseguendo il nostro viaggio, circumnavigando il vulcano verso est, si raggiunge la tenuta di Cavanera Etnea Resort & Wine Experience parte del gruppo Firriato Hospitality che trae origine dal nome di quell’area prossima alla casa padronale, ben delimitata e protetta, dove venivano impiantate le colture più preziose, sinonimo del “clos” delle tenute francesi.
Fondata da Salvatore Di Gaetano insieme alla sua famiglia nel 1984, l’azienda conta sull’eccellenza in ogni aspetto della filiera, con la totalità dei vigneti a regime di biologico certificato, tanto da aver dato vita ad un vero e proprio “metodo Firriato” e a una collezione di etichette tra le più premiate internazionalmente della regione.
All’interno di Cavanera Etnea, si trova un tesoro raro e prezioso: si tratta della parte più antica di questa vigna delle meraviglie, con piante straordinarie per forma, dimensione, forza vitale, vecchie anche di oltre 120 anni. Si tratta di alcuni vitigni che, eccezionalmente, precedono la comparsa della Fillossera ai primi del novecento, il terribile insetto americano che distrusse quasi l’80% delle colture di tutta Europa, interrompendo di fatto l’impresa vitivinicola etnea che riprese a vivere solo a metà dello scorso secolo.
Al Cavanera Etnea Resort & Wine Experience, tenuta a circa 600 metri sul livello del mare incastonata tra i vigneti di Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Carricante e Catarratto, potete dormire nell’originale Suite Palmento tra le mura seicentesche del palmento “piccolo” di Cavanera e prenotare una degustazione dei vini più rappresentativi dell’azienda, come Le Sabbie dell’Etna, un rosso vibrante che cattura l’anima vulcanica dell’area, e il Signum Aetna che nasce dal vigneto pre fillossera.
Dal Resort, si può andare alla scoperta di Randazzo, uno dei borghi più belli della Sicilia e perdersi tra le vie del suo centro storico medievale. Oppure, su consiglio del servizio concierge delle varie strutture, potete farvi consigliare delle escursioni sull’Etna o le date evento in cui salire a bordo della Ferrovia Circumetnea, un’antica linea ferrata che risale alla fine dell’800.
A questo punto del viaggio avrete sicuramente capito perché il “Dio fumante” ha incantato così tante generazioni di poeti e scrittori, da Albert Camus a Johann Wolfgang von Goethe, rappresentando una tappa tra le più ambite del Grand Tour, il viaggio d’iniziazione culturale delle élite europee in voga sino alle fine dell’800.
D’altro canto Taormina, meraviglioso giardino pensile mediterraneo, è solo a mezz’ora di strada e da lì partono mille altre avventure ed itinerari sospesi tra l’Etna e il blu del mare.
Foto Benanti © Leif Carlsson e © Benanti – Contrada Calderara Sottana